Dalle periferie al mondo, da Gaza a Roma, pace e giustizia!
Da un mese in Italia per giocare un torneo di calcio di sport e pace, sette ragazzi palestinesi non possono tornare alle loro case. Gaza occupata e sotto l’assedio, striscia di terra umiliata, cumulo di macerie, privata di ogni risorsa, senza possibilità di decidere del proprio futuro. Terra palestinese, circondata da muro alto quanto serve, per impedire il passaggio delle persone e di ogni bene di prima necessità; un muro alto sì, ma non abbastanza per imprigionare i sogni e la voglia di libertà e giustizia di un intero popolo. Le operazioni militari israeliane in corso in tutti i Territori Occupati in queste ore, la chiusura di ogni frontiera ed il silenzio complice dei governi occidentali, bene illustrano lo scenario di una guerra che semina disperazione e divide le persone. La frontiera di Rafah è chiusa e per questo i sette ragazzi non possono tornare.
“Siamo abituati a vivere in una piccola prigione, ora siamo costretti in una prigione un po’ più grande”, dice Mohammed della squadra di calcio. L’occupazione israeliana uccide, distrugge, nega i diritti del popolo palestinese, ovunque esso sia. Il muro dell’apartheid è ora anche a Roma. Ancora una volta rifugiati, i sette ragazzi di Gaza devono poter tornare alla loro terra, alle loro case, ai loro cari, sotto il fuoco dalla pesante rappresaglia israeliana.
La chiusura della frontiera con l’Egitto, rappresenta l’ennesima violazione degli accordi internazionali: il valico di Rafah dovrebbe essere gestito dai palestinesi sotto il controllo di un gruppo di osservatori dell'Unione europea, compresi i Carabinieri, ad evidenziare il debole segnale di pace e di garanzia che proviene dal nostro Governo, responsabile a questo punto delle migliaia di persone costrette in un accampamento in mezzo al deserto, in attesa che si concluda l’inesorabile rappresaglia di Israele.
Per questo la squadra di calcio Free Palestine non può ripartire, finché non saranno riaperte le frontiere e finché non saranno garantite le condizioni di sicurezza per il loro rientro.
Crediamo che nella difficile situazione politica il governo Italiano debba:
rimettere in discussione “l’accordo bilaterale militare” con lo stato di Israele attraverso il quale alcune importanti aziende statali italiane collaborano per garantire l’efficienza dell’esercito israeliano (telecom, ass. generali, finmeccanica ed altre);
decidere l’applicazione di sanzioni nei confronti dello stato di Israele per le continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale;
Pretendere il rispetto degli accordi internazionali che garantiscono il passaggio al valico di Rafah, dove ad oggi più di 7000 palestinesi sono accampati, senza acqua ne cibo, in attesa della sua riapertura.
Chiediamo che gli enti locali si facciano carico della difficile situazione dei ragazzi bloccati in italia
Chiamiamo la società civile a partecipare ad un nuovo incontro pubblico che elabori idee ed azioni per fare pressioni sul governo italiano, sugli enti locali e per attivare le reti nazionali ed europee ad iniziative comuni.
Martedì 11 luglio 2006 ore 18.00
assemblea pubblica al C.S.O.A CORTO CIRCUITO
Via Serafini 57 tel 06/7217682
Ass.YaBasta_moltitudia
http://www.moltitudia-yabasta.blogspot.com
http://www.corto.circuito.info/
per contributi è attivo il conto corrente postale dell’associazione Legal Aid di Roma
numero di conto corrente postale 71497242
ABI 07601 CAB 03200
intestato ad: Associazione culturale Legal Aid via M.D. Rossi 9 – 00174 Roma.
N.B. Specificare la causale “sottoscrizione a sostegno F.C. Free Palestine”
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